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1. Da Scheggia al Passo del Furlo.

2. Dal Passo del Furlo a Fano.

3. Da Cagli (Cale Vicus) verso Senigallia.

4. Dal Piano delle Pole (Pitinum Mergens -  Acqualagna) ad Urbino verso Rimini.

5. Da San Martino del Piano (Forum Sempronii - Fossombrone) alla Pieve di San Cristoforo - Colombarone (Pesaro).

6. Da Fano a Pesaro verso Gabicce e Rimini.


Itinerario 1 Flaminia - Da Scheggia al Passo del Furlo

 VISITANDO PESARO E URBINO

Sugli antichi percorsi della storia

la cartografia e la fotografia strumenti di lettura di una Provincia.

a cura di

Centro internazionale di studi geocartografici storici

L’itinerario parte dalla località di Chignano nel territorio di Scheggia dove è visibile un tratto di basolato romano e prosegue verso Ponte Voragine, a confine tra Umbria e Marche nei pressi di Pontericcioli.

Andando più avanti a circa 450 m s.l.m. gli archeologi della Soprintendenza di Ancona, individuarono un “ponte romano” a mezza costa, che presentava nella parte centrale una serie di opere idrauliche di rilevante interesse. L’affascinante ponte detto “Ponte dei tre archi” si trova poche centinaia di metri dal Ponte Grosso, lungo il vecchio percorso della Flaminia poco distante dal confine amministrativo tra Marche e Umbria.

Il Ponte Grosso è situato in località Pontericcioli, a poche decine di metri dalla grossa sostruzione lungo la strada che diverge dalla Flaminia attuale.La sostruzione si trova nella località di Pontericcioli, a circa 2 Km da Cantiano, poco distante dal bivio con la strada Contessa che porta verso Gubbio.

Proseguendo la Flaminia situato in località Foci di Cagli a circa 6 Km a Sud del centro abitato e a pochi chilometri dal paese di Cantiano troviamo il Ponte Grosso così chiamato per i grossi conci con il quale è costituito e rappresenta uno dei ponti più integri e splendidi dell’antica consolare.

La strada giunta alla città di Cagli, transitava sopra un grosso viadotto, costruito per superare il torrente Bosso (che ora ha cambiato corso), costituito nella sua parte iniziale da un ponte di dimensioni modeste e più a Ovest da un ponte decisamente più imponente: il Ponte Mallio.

Oltrepassato il Ponte Mallio percorrendo l’attuale tracciato moderno della Flaminia tra Smirra e Acqualagna, è possibile osservare sulla destra nel lato che guarda la superstrada un antico chiavicotto romano.Dopo quattro chilometri dal paese di Acqualagna poco distante dalla gola del Furlo la strada Flaminia originaria passava sopra un viadotto, costituito da due ponticelli ora detto di San Vincenzo dal nome dell’Abbazia che fu edificata nel IX secolo da monaci benedettini su una cripta del IV secolo.

Il viadotto sembra essere di età Augustea (I sec. a.C.) e aveva lo scopo di riparare la Flaminia dalle repentine e pericolose piene del Candigliano, che si ripetono periodicamente anche ai giorni nostri provocando erosioni degli argini, formazione di nuove anse ed isolotti; attraverso i due chiavicotti aveva la funzione di far defluire le acque provenienti dalle pendici del monte Pietralata.

Costruita nella gola del Furlo a poche decine di metri dalla galleria di Vespasiano, scendendo per un breve sentiero dalla strada attuale fino alla superficie del fiume Candigliano.

Lungo tutta la Flaminia sono presenti numerosi muri di sostegno alla strada, e, nel tratto marchigiano, soprattutto nella gola del Furlo; infatti dopo un censimento effettuato alla fine dell’Ottocento, i muri superstiti, alti 8-10 m, avevano uno sviluppo totale di 506 m, oltre ad altri 424 m attribuiti ad epoca successiva. Tutte queste strutture, hanno in comune il fatto di essere state costruite con la tecnica che i romani chiamavano Opus Quadratum. In particolare, tale sostruzione costituisce un grosso muro di contenimento della strada romana originaria ormai pressoché distrutto e giunto ai giorni nostri in un pessimo stato di conservazione. Per di più dopo la costruzione della diga nella gola, antichi tratti di muri, compreso questo, sono stati sommersi dal bacino artificiale creatosi.

Poco più avanti incontriamo la Galleria di Vespasiano.

Il nome della profonda, stretta e affascinante gola detta del Furlo che separa il monte Paganuccio (976 m) e il monte Pietralata (888 m), entro la quale scorre il fiume Candigliano, trova origine nella costruzione delle gallerie -Forulus- delle quali la più grande è ancora oggi utilizzata come passaggio obbligato nel punto più stretto della gola. Prima ancora il nome era quello di Saxa Intercisa (pietra spaccata) riferendosi ai tagli nella roccia effettuati per far passare la strada; successivamente fu chiamata Petra Pertusa (pietra forata) in relazione al foro inciso nella roccia; in ultimo il nome Forulus da cui galleria del Furlo.

Realizzazione: Ernesto Paleani Editore