Usciti dalla galleria del
Furlo la Flaminia continua il suo percorso
in lieve discesa per alcuni chilometri. Lungo il
tracciato si notano alcune strutture
di resti di epoca romana.
Il M.te Paganuccio, (mt. 976)
uscendo dalla galleria, è posto a sinistra della
Gola del Furlo e vi si accede da S. Anna del
Furlo, piccola località famosa per le acque
minerali. La montagna, coltivata nelle sue pendici
più basse, è coperta da bosco ceduo formato da
lecci, carpini neri, roverelle, ornelli e da
verdissimi prati utilizzati a pascoli.
Usciti dalla gola, il Candigliano versa le sue
acque in quelle del Metauro nei pressi di Calmazzo,
antico nucleo abitato (un vicus), là dove la
Flaminia incontrava (e incontra) il bivio (il
diverticulum) che risaliva (e risale) l’alta
valle metaurense in direzione di Urbino (Urvinum
Mataurense). Resta forse il nome (Sattianum ?) in
un'epigrafe (ora nel museo di Fossombrone). Scavi
recenti hanno riportato qui in luce un
antico sepolcreto della
famiglia Cissonia, delimitato da un cordolo in
pietra su cui in origine poggiava una recinzione
costituita da lastre calcaree sorrette ad
intervalli regolari da cippetti bugnati.
All’interno dell’area (circa 135 mq,) erano
collocate due are sepolcrali marmoree dedicate
l’una a C. Cissio Festus e l’altra a C. Cissio
Zosymus e a sua moglie Cissonia Festa, ora
conservate presso il ricco Museo Archeologico
della vicina Fossombrone. Vicino a Calmazzo
la strada attraversa il Metauro con il Ponte
di Traiano, di origine romana restaurato
da Diocleziano e Massimiano, distrutto nella
seconda guerra mondiale e poi ricostruito, che
presentava solo due pile centrali e le testate
laterali costruite in opera quadrata.
All'incirca a un chilometro a
est di Calmazzo, in località Ponterotto,
vi è un'area sepolcrale e su di una lapide si
legge di un terreno, donato dal patrono Gavius
Rufius Bassus e destinato ai membri di un
sodalicium Apollinense Sattianense. È quindi
possibile l'ipotesi, segnalata da Minto e Gori,
che Calmazzo in antico possa essere stato chiamato
Sattianum.
Procedendo lungo la bassa valle del Metauro, la
Flaminia raggiunge infatti il centro storico di Fossombrone
alla cui periferia nord-orientale (in località S.
Martino del Piano) sorgeva l’antica Forum
Sempronii il cui nucleo abitato (ora rimesso
parzialmente in luce) era imperniato su assi
stradali ortogonali e paralleli alla via
consolare, qui fiancheggiata in antico da
monumenti funerari, e dove è visibile un largo
tratto di basolato parallelo alla Flaminia e sono
visitabili i resti di una domus con impianto
termale. Sempre lungo la Flaminia, in località Tavernelle
di Serrungarina, in occasione degli scavi
di fondazione della nuova chiesa parrocchiale,
sono stati ritrovati i resti di una statio romana
con una serie di vani allineati lungo un’area
aperta, accuratamente pavimentata da basoli di
calcare bianco con evidenti segni lasciati dal
passaggio delle ruote dei carri. Il percorso della
Flaminia raggiungeva (e raggiunge) infine il mare
a Fano: la Colonia Julia Fanestris
fondata da Augusto sul sito di un preesistente
insediamento legato ad un antico tempio (il Fanum
Fortunae da cui ha tratto il nome la città). Qui
l’imponenza della Porta di’Augusto in opus
quadratum con il lungo tratto delle superstiti
mura augustee e dei relativi torrioni con
paramenti in piccoli conci di pietra arenaria (opus
vittatum), riportano il visitatore indietro
nel tempo, invitandolo ad esaminare anche
l’antico reticolo viario urbano (con tratti di
basolato rinvenuti poco sotto il livello attuale,
là dove ancora si snoda l’antico, efficiente
sistema fognario).