Date: 05 dicembre 2010
From: Ambiente Italia
Lampade a Basso Consumo, state lontani.
MILANO — Non avvicinatevi a meno di trenta
centimetri dalle lampade a risparmio energetico. È il
suggerimento diffuso dall'Ufficio federale della sanità
pubblica svizzera in seguito ad un'indagine condotta dalla
«It'Is Foundation» (Fondazione di ricerca sulle
tecnologie dell'informazione nella società) di Zurigo
diretta dal professor Niels Kuster del locale Politecnico.
La ricerca voleva determinare con precisione, grazie ad un
nuovo metodo di misura, i campi elettromagnetici generati
dalle nuove lampade a risparmio ora utilizzate in seguito
alla decisione dell'Unione Europea di mettere al bando le
tradizionali lampade ad incandescenza entro il 2012. In
particolare interessava stabilire gli effetti generati sul
corpo umano e a tal proposito si precisa che i valori di
intensità rilevati a 30 centimetri dalle lampade
considerate sono inferiori (10 per cento) alla soglia
raccomandata dalla International Commission for
Nonionizing Radiation Protection.
Se però ci si avvicina al di sotto dei tre
decimetri i valori misurati crescono rapidamente fino
a superare in alcuni casi i limiti stabiliti. Per questo
«a titolo prudenziale» l'ufficio della sanità pubblica
di Berna invita a mantenere l'opportuna distanza
soprattutto se le lampade restano a lungo accese come nel
caso di quelle poste sulla scrivania. La ricerca è stata
condotta utilizzando quattro manichini che rappresentavano
un uomo, una donna, un bambino di 6 anni e una bambina di
11 scandagliati in posizioni diverse e a varie distanze.
Le lampade a risparmio energetico sono dotate di un
trasformatore ed emettono campi elettrici e magnetici a
bassa e media frequenza che possono generare
nell'organismo correnti elettriche le quali, a partire da
una certa intensità, sono in grado di provocare
infiammazioni dei nervi e dei muscoli. In passato era
stato sollevato anche il problema dell'inquinamento perché
al loro interno contengono pure una quantità esigua di
mercurio (inferiore ai 5 milligrammi) che in caso di
rottura del bulbo può disperdersi nell'aria. Inoltre le
lampade a basso consumo con tubo fluorescente, in certe
condizioni, lasciano filtrare una piccola parte dei raggi
ultravioletti per cui ad una distanza inferiore a 20
centimetri dopo una lunga esposizione non si possono
escludere eritemi cutanei. «La decisione svizzera è un
buon provvedimento che dovremmo seguire — precisa
Settimio Grimaldi, biofisico dell'Istituto di
neurobiologia e medicina molecolare del Cnr —. E non
solo per le lampade ma anche per frigoriferi e lavatrici.
Anch'essi emettono campi elettromagnetici e l'unico modo
di difendere la nostra saluta eliminando gli effetti
negativi è quello di mantenere le distanze suggerite
dall'indagine di Zurigo».
Se avete domande contattatemi
pure.
Cordialmente
M.SC. BASIGLIO-RIBAUDO Ettore
Guido
Cell. 3346274558
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