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Fossombrone
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Monumenti
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Danno
un certo rilievo a Fossombrone alcune vie e
quartieri del centro storico nati intorno al XV e
XVI secolo, nel periodo in cui la cittadina fu
eletta residenza di campagna della famiglia Della
Rovere. Grande rilievo assume corso Garibaldi per
i suoi palazzi quattro-cinquecenteschi come
palazzo Staurenghi, Cattabeni, comunale e
vescovile anche se hanno perso molto del loro
antico splendore eccezion fatta per la Corte alta.
Tra gli edifici ecclesiastici sono degni di nota
le chiese di San Filippo, San Francesco,
Sant'Agostino, Sant'Aldebrando sulla cittadella e
la Cattedrale. Degno di nota il monumento "il
gemellaggio", fusione in bronzo dell'artista
Andrea Corradi.
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Corso
Garibaldi
All'ingresso
della via si apre largo Sempronio Gracco con un
cippo dedicato all'omonimo personaggio, proseguendo
per l'arteria si trovano palazzi monumentali tra i
quali quattro con facciata a bugnato mentre sulla
destra si estende la parte più antica della città.
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Corte
alta
La
costruzione dell'edificio fu iniziata nel XIII
secolo e rimaneggiata per volere del Duca Federico
da Montefeltro con interventi di Luciano Laurana,
Francesco di Giorgio Martini e Girolamo Genga. La
parte centrale dell'edificio in principio gotica fu
trasformata in stile rinascimentale con l'apertura
di finestre e sedili su colonnine e stipiti in
pietra, il soffitto di legno fu modificato a carena
di nave e i pavimenti rifatti sul modello di quelli
del Palazzo Ducale di Urbino. La loggia sul lato est
offre una vista panoramica sulla città e gran parte
della valle, pregevole è anche la sala del Trono
detta anche Teatro Ducale. Nel 1508 vi morì il duca
Guidobaldo che la elesse quasi a sua dimora
abituale.
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Corte
Bassa
Fu
una delle residenze forsempronesi dei duchi di
Urbino, situata quasi di fronte S.Agostino è una
costruzione cinquecentesca con porticato, finestre
scolpite in arenaria, portale a bugnato piatto che
pur avendo perduto molto del suo antico splendore
conserva ancora la pregevole cappella privata del
cardinal Giuliano Della Rovere con all'interno
stucchi attribuiti al Brandani.
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Ponte
sul Metauro, detto "di Diocleziano"
In
realtà è originario della seconda metà del secolo
XVIII, ha un'unica arcata a schiena d'asino
sul modello dei "ponti del diavolo" di
tradizione medievale, e collega l'abitato storico
con il quartiere di S. Antonio. Venne iniziato nel
1776 su progetto dell'architetto romano Filippo
Marchionni, dopo un'esitazione di ben undici anni,
ritardo causato per le incertezze nella scelta dei
progetti, dell'esitazione per l'identificazione del
sito e della difficoltà per reperire fondi.
Sostituiva un manufatto precedente a cinque archi
costruito nel 1292 e travolto da una enorme piena
nel luglio del 1765. Si disse che una volta ultimato
il manufatto, le autorità del tempo esitarono a far
rimuovere le armature a centine di legno per paura
che crollasse. La rimozione venne effettuata da un
falegname dell'epoca, dietro promessa della
concessione di tutto il materiale. Che sia stato
costruito bene lo dimostra il fatto che quando le
truppe tedesche in fase di ritirata nel 1944
minarono il ponte per farlo saltare, vi riuscirono
in pieno solo con la terza carica di esplosivo che
provocò il crollo dell'arco, mentre le prime due
abbatterono sono le spallette laterali. Come si
presenta attualmente, venne ricostruito dov'era e
com'era nell'immediato dopoguerra.
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Rocca
Malatestiana
La
rocca del XIII-XV secolo oggi mostra solo i suoi
ruderi, ma si possono riconoscere i possenti
torrioni angolari, il mastio e la caratteristica
pianta pentagonale dovuta all'intervento del
architetto senese Francesco di Giorgio Martini.
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Pineta
delle Cesane
Proseguendo
a nord della Cittadella si arriva alla pineta della
Cesane, distesa su un altipiano ad un'altezza media
di 580 m slm, creata dai prigionieri austro-ungarici
nella prima guerra mondiale. La pineta incorpora
anche il vivaio della guardia forestale ed è
attraversata da una strada panoramica che da
Fossombrone giunge fino a Urbino.
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