<<.... Il
paese dei Salassi è situato, per la maggior parte, in una
profonda valle, essendo racchiuso da ambedue i lati da alte
montagne, mentre parte del territorio si allunga raggiungendo le
cime che stanno sopra.
La strada che tutti
prendono per attraversare le montagne dall’Italia corre
attraverso la valle di cui sopra. Poi la strada si divide, da
una parte essa attraversa quello che si chiama Poeninus (una
strada che per i carri è impraticabile presso la sommità delle
Alpi), mentre l’altra corre più a ovest attraverso il
paese dei Ceutrones.
..... alcune delle
tribù sono state completamente annientate, mentre altre sono
state così fermamente soggiogate che i passi che conducono per
i loro territori attraverso le montagne, originariamente assai
pochi e malamente transitabili, sono ora numerosi e sicuri dagli
attacchi delle popolazioni locali e facilmente agibili. Oltre a
soggiogare i briganti, Cesare Augusto costruì e migliorò le
strade al massimo delle sue possibilità.>> (tratto
da "Geografia" di Strabone)
Da queste scarne parole di
Strabone si capisce il reale motivo che spinse i romani ad
ingaggiare aspre guerre con gli antichi abitatori della Val d’Aosta,
i Salassi. Il controllo e il miglioramento delle strade erano
condizioni indispensabili per attivare il lucroso sistema di
pedaggi lungo le principali vie transalpine. Sistema che
assicurava, a Roma, ingenti entrate. Fu Cesare Augusto, nel
lontano 12 a. C., a volere la costruzione di una strada che da
Augusta Pretoria (Aosta) andasse a superare la catena alpina nei
pressi dell’attuale Gran San Bernardo. Infatti nel 1989 è
stato celebrato al passo il Bimillenario della nascita della
via. Questa, però, rimase non transitabile completamente dai
carri per circa unsecolo. Fu l’Imperatore Claudio nel I secolo
d. C. ad allargare e migliorare la via, rendendola adatta anche
al trasporto su ruote per tutto il suo sviluppo. L’imperatore
aveva bisogno di una grande strada transalpina prima di partire
alla conquista della Britannia. Alle opere di miglioramento è
da imputare, probabilmente, la "tagliata"
nella roccia ancora visibile poco sotto la grande statua di San
Bernardo. Il valico, dopo i romani, rimase uno dei punti di
transito più conosciuti di tutto il mondo occidentale e fu
trafficato da re, imperatori, commercianti, condottieri, santi e
pellegrini. Tra questi va ricordato Sigeric, arcivescovo di
Canterbury, che, alla fine del 1000, scese a Roma sfruttando
proprio lo storico passo. Sul percorso di Sigeric, annotato su
un diario, è stato poi ricostruito il tracciato principale
della Via Francigena. Inoltre, qui si fermò, nell’XI secolo,
San Bernardo, colui che, restaurando l’antico ospizio, ebbe l’onore
e il merito di dare il proprio nome al passo. Da segnalare, come
una delle ultime grandi figure storiche che utilizzò il valico,
Napoleone Bonaparte che da qui transitò, il 20 maggio del 1800,
alla testa dei 45.000 soldati che avrebbero combattuto nella
famosa battaglia di Marengo. |