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Ernesto Paleani scrittore

Il Novecento russo. L’avanguardia in Il Novecento russo

2019 Il Novecento russo. L’avanguardia in Il Novecento russo (catalogo della mostra nella Repubblica di San Marino 23 marzo – 30 aprile 2019 Palazzo Graziani) NAV, San Marino 2019, pp. 10-138.

 

 

Le radici delle Avanguardie russe sono legate al collezionista Sergej Shchukin che, dopo aver già raccolto una ricca collezione di pittura orientale e di arte sacra, conobbe a Parigi il mercante d’arte Durand-Ruel che lo guidò all’acquisto di opere di Claude Monet.
Nacque così la sua collezione d’arte moderna che diventò il punto di contatto degli artisti russi con l’arte occidentale.
Dal 1903 gli interessi di Shchukin si indirizzarono verso il postimpressionismo (soprattutto Gauguin e van Gogh) per arrivare a Matisse, ai Fuaves, ai Picasso del periodo blu e rosa ed al cubismo analitico.
Un altro evento importante fu, nel 1899, la mostra di pittura impressionista francese, organizzata da Sergej Pavlovich Djaghilev, che suscitò negli artisti più attenti le prime reazioni all’accademismo imperante.
Djaghilev fondò la rivista “Il mondo dell’arte” che ebbe una grande influenza sul mondo artistico russo.
Nel 1906 Djaghilev, il creatore del balletto russo, inteso come esempio di arte integrata, organizzò a Parigi al Salon d’automne l’”esposizione d’arte russa” dove, accanto alle icone, vennero presentate opere di pittori che gravitavano intorno alla rivista.
Nel 1907 la “Rosa azzurra” di cui facevano parte Larionov, Gontcharova e Malevič, organizzò una mostra di opere che cercavano di conciliare la tradizione locale con le soluzioni formali dell’avanguardia internazionale. I pittori erano in stretto contatto con poeti e scrittori riunitisi intorno alle riviste “Bilancia” (Vesi) e “Vello d’oro” (Zolotoe runo). La “Rosa azzurra” fu la prima mostra di gruppo ad avere un programma estetico unitario, legato al simbolismo.
Nel 1908 l’industriale moscovita Ivan Morosov incontrò a Parigi Picasso da cui acquistò numerose opere precubiste per la sua collezione dove erano già presenti Cézanne, Renoir, Gauguin, Monet e i Nabis.
Nello stesso anno la rivista “Vello d’oro” (Zolotoe runo) fece conoscere opere di Braque, Rouault, Matisse etc.
Nel dicembre 1909 uscì a San Pietroburgo il primo numero della rivista “Studio degli Impressionisti”, fondata da Nicolaj Kulbin che si proponeva di creare «l’arte libera come base della vita».
Larionov fondò il gruppo “Fante di quadri”n (Bubnovij Valet).
Nel 1910 Kandinsky espose al “Secondo salone internazionale” le sue Composizioni n. 1,2,3: la Composizione n.1 è definita “primo acquerello astratto”.
Nel settembre 1910 la pittrice russa Liubov Popova fece visita a Milano a Marinetti che si recherà poi a San Pietroburgo.
A Mosca nel dicembre 1910 venne allestita la prima mostra del gruppo “Il fante di quadri” di cui facevano parte un gruppo di pittori di tendenza postimpressionista tra cui Alexandra Exter, David Burlik, Nicolaj Kulbin, Mikail Larionov, Natalia Goncjarova, Kasimir Malevič, Wadimir Tatlin, Marc Chagall. Negli Statuti era enunciato «Lo scopo della Società di Artisti Fante di Quadri è diffondere concetti moderni su problemi di belle arti». Con queste mostre gli organizzatori volevano affaire a giovani artisti russi la possibilità di far conoscere le loro opere «cosa molto difficile nell’esistente indolenza e chiusura delle nostre sfere artistiche». Il titolo Fante di Quadri era scelto come simbolo di giovane entusiasmo e passione «perché il fante è il simbolo della giovinezza e i quadri del sangue in ebollizione»
Si caratterizzava per il netto rifiuto di predecessori e contemporanei, che si traduceva in opere deliberatamente provocatorie e di evidente scherno nei confronti dei gusti e degli ideali borghesi. I “Fanti” si ispiravano piuttosto alle icone, al folklore nazionale e all’arte “primitiva”: fotografia provinciale, insegne di negozi, lubki, giocattoli.
Marinetti, accompagnato da Nicolaj Kulbin, visitò la mostra del Fante di quadri e Larionov eseguì un ritratto del futurista italiano.
Fu pubblicato a San Pietroburgo “Il vivaio dei giudici” (Sadok sudej) con scritti di Chlebnikov, David e Nicolaj Burljuk, Elena Guro, Vasilij Kamenskij.
Nel 1911 David Burljuk e Vasilij Kamenskij diedero vita al gruppo artistico-letterario “Gileja” (il nome russo della Scizia che Erodono indicava come terra abitata da popolazioni barbare). I membri si facevano chiamare “Budetljanin” (uomini del futuro) ed esaltavano il nuovo primordiale, inatteso, il gusto dello scandalo.
Nel 1912 Larionov, Goncjarova, Malevič, Tatlin, Kulbin, Chagall si staccarono da “Il fante di quadri” ed organizzarono la mostra del nuovo gruppo “La coda dell’asino” (Oslinij Chvost). Larionov presentò, accanto a tele sul tema dei soldati con temi della pittura popolare russa, le sue prime ricerche “raggiste”. Goncjarova espose i suoi primi acquerelli raggisti tra cui Primavera. Nel 1912 Goncjarova dipinse Il ciclista, opera in cui unisce influenze del Futurismo ad altre cubiste. Una netta influenza futurista è evidente nell’opera L’arrotino che Malevič dipinse lo stesso anno.
L’influenza del cubismo e del futurismo creò il filone designato come Cubofuturismo, una pittura astratta che associava la scomposizione cubista dell’oggetto alla dinamicità ed al vigore coloristico del futurismo, dai movimenti cubista e futurista derivò l’uso di inserire giochi verbali e neologismi nelle opere.
Nello stesso anno il gruppo “Gileja” pubblicò il pamphlet “Schiaffo al gusto corrente” con scritti di Burljuk, Kandinskij, Majakovskij in cui si esaltava il gusto dello scandalo e dell’insuccesso.
Larionov nell’almanacco “La coda dell’asino e il bersaglio” pubblicò nel 1913 il saggio Raggisti e futuristi «Il raggismo ha come scopo le forme spaziali che possono che possono sorgere dalla intersecazione della riflessione dei raggi dei vari oggetti, forme che sono scelte dalla volontà del pittore». Sei illustrazioni riproducevano pitture raggiste di Larionov e Goncjarova.
Nello stesso anno, Tatlin, che aveva impostato la sua opera su riferimenti ai paesaggi di Cézanne e su influenze di Modigliani, realizzò i primi “rilievi-costruzioni”.
Malevič disegnò una delle sue prime forme suprematiste Elementi suprematisti in contrasto che, nel 1927, sarebbe stata impiegata per la copertina del libro Mondo non oggettivo nella collana dei
libri editi dal Bauhaus.
Nel marzo-aprile 1913 dipinse Elementi fondamentali del suprematismo, una tela con due quadrati neri su fondo bianco.
Nel novembre dello stesso anno Malevič realizzò le scenografie, di influenza futurista e suprematista, per Vittoria sul sole, parole in libertà di Krucenykh con musica di Matjuschin.
Anche Natalia Goncjarova si interessò di teatro, realizzando per Il ventaglio di Goldoni maschere e costumi che non si rifanno al settecento, ma sono frutto di fantasia.
Nel 1914 Wladimir Tatlin creò i primi Controrilievi, equilibrati nello spazio per bilanciamento di contrappesi.
Nello stesso anno Rodchenko realizzò i primi Disegni al compasso dove linee curve determinano zone di contrappunti ottici bianco e neri.
Alexej Krucenykh pubblicò il suo primo Poema continuo «piccolo nido di papere – sequenza di brutte parole»: un volumetto a fogli staccabili e interscambiabili con testi, segni, e litografie di Olga Rosanova.
Il 18 febbraio 1915 si inaugurò nella “piccola saladellaSocietàImperialeper l’incoraggiamento delle Belle Arti” la I mostra di quadri futuristi tranway V (il titolo derivava dal contrassegno di una linea tranviaria di Pietrogrado), organizzata da Ivan Puni, cui parteciparono, tra gli altri, Malevič con dodici pitture cubiste e futuriste, Tatlin con sette Rilievi policromi.
Il critico d’arte Nikolaj Puni dedicò una monografia all’opera di Tatlin, identificandola per la prima volta con il termine “costruttivismo”
Il 20 dicembre 1915 si inaugurò nella galleria Dobitchin di Pietrogrado“L’ultima mostra di pittura futurista o,10” cui parteciparono Malevič con trentanove dipinti suprematisti e Tatlin con tredici Controrilievi .
Malevič, in contrapposizione a Tatlin, volle formulare, in un pubblico dibattito, i principi teorici del suo Suprematismo, differenziandolo nettamente dal futurismo degli altri artisti e dal costruttivismo di Tatlin che, in risposta, redasse un altro scritto che venne pubblicato da Puni sul “Nuovo giornale per tutti”
Il 12 gennaio 1916, nella sala dei concerti della scuola di Tenicewski, Malevič e Puni organizzarono una “pubblica conferenza di divulgazione popolare” dedicata a Cubismo, Futurismo, Suprematismo. Nikolaj Puni, direttore di “Arte della Comunità” scrisse «L’arte del proletariato non è un santuario dove le opere vengono oziosamente ammirate, ma è il lavoro nell’officina da cui escono nuovi prodotti artistici».
Malevič sottolineò che il Suprematismo sarebbe diventato una nuova forma d’arte, nettamente differenziata dal Futurismo italiano e dal Costruttivismo di Tatlin.
Nel dicembre 1916 Anatoly Lunatciarsky fu nominato “commissario del popolo per l’istruzione”, con uffici nel Palazzo d’inverno. Per molti anni difese l’arte d’avanguardia ed in particolare il cinema a cui dedicò, nel 1928, il volume La rivoluzione del cinema russo.
1917
La Rivoluzione socialista di Ottobre assimilò le numerose correnti artistiche, facendole convergere nel problema della ricostruzione del paese: l’arte venne indirizzata alle grandi masse del popolo in un programma di propaganda che si sviluppava nelle decorazioni delle piazze, nelle feste di massa, nelle attività teatrali e nella creazione dei manifesti.
I pittori dell’avanguardia accolsero con entusiasmo la Rivoluzione e molti di loro parteciparono all’attività dei nuovi istituti artistici: Istituto della cultura artistica (INCHUK), Studi statali tecnico-artistici superiori (VCHUTEMAS), Accademia statale delle scienze artistiche (GACHEN), Istituto statale della cultura artistica (GHINCHUK), Unione dell’arte nuova (UNOVIS).
Nel 1917 Alexandr Rodchenko realizzò le sue prime strutture metalliche mobili.
Nello stesso anno Marc Chagall fu nominato “Commissario per le arti figurative” della città di Vitebsk e Anton Pevsner fu incaricato dell’insegnamento di “composizione e scultura” nei VCHUTEMAS di Mosca Vi insegnavano anche Kandinsky e Malevič che Pevsner considerava il più grande artista dell’avanguardia russa.
Nel 1918 vennero create le “Sezioni delle Arti Figurative” (IZO): a Mosca ne fanno parte Kandinskij, Malevič, Tatlin, Rozanova; a Pietrogrado Brik.

Biblioteche lettura del testo:

Biblioteca e Musei Oliveriani - Pesaro - PU
Biblioteca di archeologia e storia dell'arte - BiASA - Roma - RM

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