ERNESTO PALEANI EDITORE

         


Ernesto Paleani scrittore...

 
Torna indietro
Prezziario pubblicitàBeni ambientali
Ernesto Paleani EditoreBeni culturali
DVD e CdromBeni ecclesiastici
Libri in distribuzioneLaboratorio digitale
Servizi pubblicitariCartografia storica
Servizi musealiCartografia moderna
Servizi informaticiStrade romane
Servizi informaticiGiornale online
E-text: progettazione siti Internet

Ernesto Paleani scrittore

Leonardo da Vinci architetto ed ingegnere generale di Cesare Borgia, (1500-1503)

2019-2022 Leonardo da Vinci architetto ed ingegnere generale di Cesare Borgia, (1500-1503) Tomo I (Tomi I-II) (Manuscripta, vol. 5) Pesaro 2019. ISBN 978-88-7658-195-2

 

 


Qual regola si deve dare a’ putti pittori.
“Noi conoſciamo chiaramente, che la viſta è delle veloci operazioni, che ſiano,
& in un punto vede infinite forme; nientedimeno non comprende ſe non una co
fa per volta. Poniamo caſo: Tu lettore guardi in un occhiata tutta queſta carta
ſcritta, ſubito giudicherai quella eſſer piena di varie lettere: ma non con ſcerai
in quel tempo, che lettere ſiano, ne che vogliano dire: onde ti biſogna fare è pa
rola à parola, verſo per verſo, a voler haver notizia d'eſſe lettere. Ancora ſe
vorrai montare all'altezza d'un edificio, converratti ſalire à grado a grado, al
trimenti fia impoſſibile pervenire alla ſua altezza. E così dico à te, che la natu
ra ti volge à queſt'arte. Se vuoi aver vera notizia delle forme delle coſe, co
mincierai dalle particole di quelle, e non andare alla ſeconda, ſe prima non hai
bene nella memoria, e nella prattica la prima. E ſe farai altrimenti, gettarai via
il tempo, o veramente allungherai aſſai lo ſtudio. E ti ricordo, che impari prima
la diligenza, che la preſtezza.”

(Leonardo da Vinci, Trattato della pittura, cap. III)
Quando leggo scrittori di storia importanti - quelli che scrivono di storia locale per pochi - mi meraviglio sempre e mi sorprendo trovando in tutti loro idee per i miei libri. Sono loro che rendono vero quello che non sai, fino a quando, approfondendo, capisci che rivelano la verità ed in molti casi ci allontanano dalla stessa per imprecisione, superficialità e, a volte, credendo che chi legge non sa e quindi si può ingannare.
Scrivere ed indagare nella storia è sempre un lavoro certosino, verificando tutto: trovare documenti di riferimento, aspettarsi di esplorarne altri, a volte scoperti per fortuna casuale e molte volte creando una rete che si espande fino ad arrivare alla pura verità del racconto. Abbiamo un grande patrimonio che da secoli viene tramandato e più vado indietro nel tempo e più mi sorprendo nel vedere la precisione e l’indagine fatta in periodi che non c’erano le macchine per spostarsi, non c’era internet per velocizzare, ma c’erano e ci sono grandi archivi, importanti biblioteche che sono la scuola per la nostra mente.
Leggere, studiare non è un obbligo ma è l’attrezzo della palestra per mantenere la nostra mente elastica.
Lo scrivere a mano, che sta scomparendo, è invece quel modo semplice per ricordare meglio, per muovere i nostri muscoli, per creare delle pause di riflessione; è sfogliare quanto abbiamo scritto sulla carta che sfiora le nostre mani; è eccitante!
Non c’è pc, tablet, cellulare che possano darci quella sensazione.
Ed adesso, entriamo nel vivo del nostro viaggio in un mondo che sembra lontano, ma come per i minerali il tempo è diverso, per noi è breve e vicino.
Scrivere, poi, su Leonardo da Vinci è arduo, sapendo che tanti ricercatori, scrittori, scienziati hanno e continuano ad indagare su questo personaggio; unico nel suo genere.
Penetrare nei suoi testi, i suoi momenti, in una mente così lucida, fantasiosa, creativa, fotografica - se captata - è un dono per sé stessi, non per gli altri.
Il condividere con gli altri quello che si ricerca, nasce da un proprio spasmodico modo di fare, una personale visione del mondo, e non deve essere la propria egoistica forma di comparire come scopo finale.
Questo è un primo passo per entrare nella vita di un uomo che fino all’ultimo dichiarava che ancora non aveva raggiunto il suo obiettivo e le sue opere incompiute ne sono un esempio: una miriade di documenti che ci ha lasciato, dove possiamo sviluppare, ancora oggi, nuove idee.
I fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno dichiarato che è consigliabile stampare fotografie e documenti digitali perchè possiamo perdere questo mondo virtuale, intangibile e potrebbe scomparire tutto quello che abbiamo creato, scritto, pubblicato e, tutte le meravigliose immagini che ogni giorno fermano il tempo.
Leggiamo i papiri, le pergamene, le prime stampe ancora oggi!
Conserviamo allora il nostro patrimonio intellettuale, affinchè i nostri posteri possano godere quanto sappiamo creare!
Questa ricerca è l’indagine storica che comprende gli anni dal 1500 al 1503, ma nel particolare l’anno 1502 e coinvolge più personaggi: dal Rodrigo Lenzol Borgia (1431†1503) eletto nel 1492 Papa col nome di Alessandro VI e suo figlio il Duca Cesare Borgia, detto il Valentino, a Guidobaldo da Montefeltro, Elisabetta Gonzaga, Giovanni Sforza ed infine il Maestro Leonardo da Vinci.
Questo studio non è solo accentrato su Leonardo, ma raccoglie documenti manoscritti rintracciati in Italia su Cesare Borgia ed Alessandro VI. Dove governava Borgia, nel periodo che Leonardo da Vinci lo ha seguito, vi era anche il Maestro! Per questo vedremo la indagine su luoghi dove Leonardo non ha lasciato documenti certi, ma essendo il consulente militare sicuramente ha affontato i problemi militari legati alle mura, alle fortezze, alle rocche, alle armi.
Leonardo da Vinci!
Questo nome da sempre era nel mio immaginario, ma dopo tanti anni di ricerche nel campo archeologico, archivistico, artistico, cartografico e storico non avrei mai pensato di entrare nella sua vita ed approfondire le sue opere ed i suoi scritti fino a condividere con lui le sue emozioni, le scoperte ed i suoi viaggi.
Tutto nasce sei anni fa quando fui avvicinato da un personaggio che rappresentava la proprietà dell’opera di Leonardo dal titolo “La dama con la pelliccia – The Lady with a fur” un dipinto di olio su tavola (mm. 545 x mm. 615) conservata in Germania.
La prima ricerca fu quella di verificare la ricostruzione dalla nascita del dipinto ai vari passaggi di proprietà, le corrispondenze epistolari e archivistiche, le analisi già effettuate (infrarosso, ultravioletto, falso colore, luminescenza), le perizie degli studiosi, la bibliografia pubblicata e le varie discussioni accademiche sulla identità dell’opera se fosse realmente di Leonardo o dei suoi allievi.
L’altro anno, a seguito di una indagine di laboratorio, ho pubblicato le verifiche fatte su un’altra opera di Leonardo da Vinci, incompiuta su tavola, individuata trentanni or sono all’estero di una collezione privata: San Giovanni Battista con la ciotola nella mano destra.
Questa indagine mi ha portato a pubblicare questa ricerca, separata da quella autonoma del dipinto del’ “La dama con la pelliccia” e del “San Giovanni Battista con la ciotola nella mano destra” ricostruendo storicamente i rapporti di Leonardo con Cesare Borgia, e gli altri personaggi storici più influenti all’epoca e che avevano avuto con lui dei rapporti diretti. Particolarmente su Cesare Borgia ho dato ampio spazio ricostruendo attraverso i manoscritti il suo percorso alla conquista “Delle Romagne”.
Tanti sono i documenti per ricostruire i percorsi di Leonardo e il viaggio con Cesare Borgia nel 1502, le sue conquiste di Borgia ed il declino del 18 agosto 1503 con la morte del padre Alessandro VI.
Quindi, è stato necessario rapportare Leonardo nei suoi contatti diretti o indiretti con personaggi, la cui biografia leggerete nell’ultimo capitolo: Francesco di Giorgio Martini, Ambrogio Barocci, Baccio Pontelli, Niccolò Machiavelli, Luca Pacioli, Raffaello Santi, Marcello Virgilio Adriani, Francesco Melzi, Lorenzo Gusnasco, Donato Bramante, Andrea di Girolamo della Ciacca.
Un particolare riferimento ho riservato allo studio del suo taccuino Codice L conservato presso la Bibliothèque dell’Insitut de France ancora da ampliare nella sua interpretazione, in particolare sulle pagine dove vi sono schizzi senza scritti.
Per la lettura dei documenti manoscritti e delle schede nel libro ho adottato delle regole già stabilite da altri autori (Carlo Pedretti, Marco Carpiceci), reputate scientificamente valide.
Ho affrontato, tra l’altro, anche il problema delle fonti di Leonardo seguendo quanto affermato nel 1962 da Carlo Dionisotti nel suo saggio Leonardo uomo di lettere dove ebbe a dichiarare che «storia non si fa…senza fare storia di fonti». Difatti senza l’inventario di libri appartenuti a Leonardo descritti nel Codice 8936 della Biblioteca Nazionale di Madrid non avrei potuto affrontare completamente con assoluta convinzione la descrizione degli schizzi del suo viaggio fatto nelle Marche ed in Romagna, così come fece Solmi.
Nel Codice di Madrid II ho affrontato il tema di Francesco di Giorgio e i comportamenti che deve avere un “castellano” in riferimento alla Rocca di Fossombrone.
Nella ricerca, quindi, ho cercato di ricostruire il percorso fatto da Cesare Borgia da Roma fino a Rimini nel 1502, trascrivendo i documenti dove viene nominato, per individuare e confermare la presenza di Leonardo. Le mura di Urbino sono state ricostruite sulla base del De Toni aggiungendo una nuova planimetria, l’apparato fotografico indicando il punto in cui Leonardo ha segnato il dato nel taccuino, il rilevamento GPS in modo che lo studioso possa rintracciare sul luogo il dato leonardesco.
Questa ricerca partendo dal 1500 riguarda particolarmente la figura di Cesare Borgia e solo dopo nel 1502 l’incontro con Leonardo e le vicende della conquista dei territori da Roma fino alla Romagna. Nessuno aveva affrontato fino ad oggi questo percorso militare che coinvolge città e personaggi storici attraverso l’indagine fatta negli archivi e biblioteche ridando vita ad epistolari dimenticati e pubblicazioni rare. Molte volte ho riscontrato negli autori la confusione che fanno delle Marche e della Romagna non conoscendo il territorio e non conoscendo le città e non aver pellegrinato, come io ho fatto, vestendomi dell’uomo rinascimentale che andava a piedi.
Per semplicità della lettura e per aiutare gli studiosi che non possono accedere a tutti i manoscritti ho nella appendice riportato per intero i passi che reputo interessanti per il commento critico dei disegni e le ricostruzioni storiche.
Le date che sono citate da Leonardo sono state tutte verificate in quanto nella citazione «A Tivoli vecchio, casa d’Adriano» sul Cod. Atl., f. 618v, scrive 10 marzo 1500 quando in realtà, secondo il calendario fiorentino, è da intendersi il 1501.
Noto anche che il Ms. L aveva un’altra sigla (codice Q. R.) che viene citata da Carlo Amoretti nel suo testo del 1804 sul Trattato della pittura di Leonardo:
ma altronde abbiamo sul cartone del codice segnato Q. R. in 16 una nota di sua mano tutta relativa a cose milanesi, e scritta certamente dopo che il Moro fu condotto prigione in Francia, cioè nell’anno 1500. Eccola:
Edificii di Bramante.
Il Castellano fatto prigione.
Il Visconte strascinato e poi morto il figliuolo.
Gan della Rosa toltoli i danari.
Bergonzo principiò e nol volle; e poi fuggì la fortuna.
Il duca perso lo stato ella roba ella liberta, e nessuna sua opera si finì per lui.
Trascrivo, senza modifiche, il testo che è scritto da Leonardo sul retro della copertina del Ms. L:
co rōcho
pagolo uannocco in siena
domenjco chiauaio
lasaletta so a liapostolj
neciessaria cōpagnja ha lapenna col te atoio
essimjlemēte cōpagnj che lū sanza laltro nō
vale troppo
efiti bramāte
il castellano fatto prigone
ilbissconte stracinato e poi morto elfiglolo
gan della rosa tolltoli edanarj
borgonzo principio e nol uolle e o fugi lefor-^tune^
il duca so lo stato ella roba ellita -----
e nessuna sua o a sifinj luj
rodi a dētro 5000 case
Mentre il retro della copertina viene citata nella trascrizione fatta nel 1919 dal Beltrami in modo diverso in quanto scrive che è «Cod. L, fol. 1r, Institut de France, Paris», mentre in realtà la numerazione attuale del foglio 1r rappresenta testi e scritte diverse.
Il testo riportato dal Beltrami è il seguente:
“Dopo il 1499.
Paolo di Vannoccio in Siena.
La saletta di sopra per li apostoli.
Edifiti di Bramante.
Il Castellano fatto prigione.
Il Visconte strascinato e poi morto il figliuolo.
Gian della Rosa toltoli i denari.
Bergonzo principiò e nol volle, e però fuggì le fortune.
Il duca perso lo stato e la roba e libertà, e nessuna sua opera si finì per lui.”
Pertanto, è evidente che le citazioni dei fogli del Ms. L sono diversi nella numerazione. Io ho voluto mantenere l’ultima numerazione fatta nella trascrizione di Marinoni.
I manoscritti e testi a stampa consultati sono stati tanti per poter avere una panoramica precisa sul percorso fatto da Leonardo insieme a Cesare Borgia, e con il suo gruppo di lavoro - “comandare omini ad sua requisizione, et prestarli qualunque aiuto adsistenza et favore ricercherà, volendo che delle opere da farsi nelli domini qualunque ingegnere sia costretto conferire con lui, e con il parere suo conformarsi.” - per vedere i territori da studiare e difendere militarmente. I territori studiati nel percorso di Borgia e Leonardo sono: Gubbio, Cagli, Sassoferrato, Pergola, Fabriano, Urbino, Sassocorvaro, San Leo, Casteldurante (Urbania), Fossombrone, Fano, Pesaro, Tavoleto, Mondaino, Rimini, Sogliano sul Rubicone, Cesena, Cesenatico, Bertinoro, Forlì, Forlimpopoli, Imola, Faenza. Non solo è stato visionato, quindi, il Ms. L ma anche tutti quei disegni che in qualche modo hanno prodotto nuove idee ed in particolare i manoscritti e testi scritti dai suoi contemporanei.
Difficile è stato, ma proficuo alla fine, rintracciare documenti su Cesare Borgia che già Alvisi nel suo testo nel 1878 così scriveva:
“Del dominio di Cesare Borgia poche carte conservano negli archivi di Romagna, disperse o dall’incuria o dall’odio. In alcune città, come in Rimini Faenza ed Imola, si desiderano perfino i libri consigliari, e se in Pesaro restano, vi mancano i fogli di quelli anni, fatti stracciare dal ritornato signore Giovanni Sforza. Ma degli atti ducali, se non si rinvengono gli originali nelle filze degli archivi o nelle particolari collezioni fatte per le biblioteche di Faenza e di Rimini, spesso si leggono le copie altrove, - come nella cronaca di Andrea Bernardi di Forlì manoscritta nella biblioteca nazionale di Parigi; o di Giuliano Fantaguzzi di Cesena, di cui è pubblicata una versione latina tolta dal Caos. A suo luogo, quando occorreva, notai dove esiste ciascuno dei documenti. L’archivio che più ne conserva è quello d’Imola, forse ivi raccolti dall’imolese Giambattista Pascoli stato segretario dei governatori di Romagna, durante il principato. In quello di Cesena, né a me né agli amici fu possibile alcuna ricerca, così grande ne è la confusione; pure delle moltissime carte che vi debbono essere, ebbi copie di alcune nella biblioteca malatestiana o nell’archivio di Bertinoro. Altri documenti estrassi dagli archivi di Bologna, Modena, Firenze, Siena, Genova ecc. e dalla biblioteca nazionale di Parigi.”
Già all’epoca era difficile ritrovare i documenti e ho ripercorso questa strada indicata per poterne rintracciare altri.
La ricerca non finisce mai, tanto che ultimamente anche nuovi elementi sono stati individuati in un mio nuovo studio su Leonardo.
Leonardo al centro di ogni arte. Lo stesso Pablo Picasso nella sua “Lettera sull’arte” scrive: “…Il matematico Princet che assisteva alle nostre discussioni estetiche ebbe l’idea di creare una geometria speciale per i pittori. Quest’idea, del resto, non è poi tanto originale, perché tutte le accademie ammettono la geometria di Leonardo da Vinci”.
Questo mio studio, una mia impronta personale, descrive le vicende storiche che vanno dal 1500 fino al 1503 ed è così suddiviso: il testo è per tutti, anche per chi non ha una particolare cultura storica; le note sono per gli studiosi, che possono così approfondire meglio l’argomento, e documenta la mia ricerca; la terza parte è l’“Appendice” ove sono riportati i testi manoscritti o a stampa di difficile consultazione da parte degli studiosi per la loro dispersione negli archivi e biblioteche sia in Italia che all’estero.
Vorrei in questa pubblicazione ricordare mio padre l’avv. Francesco Paleani mio maestro nell’apprendere il latino ed il greco e nell’indagare sui documenti giuridici. Proprio l’indagine nei testi manoscritti dei notai, nelle cronache dei secc. XV-XVI su pergamena e su carte sparse negli archivi e biblioteche italiane ed europee e nelle bolle e brevi papali, negli atti comunali, negli statuti delle arti, nelle commissioni e tribunali, hanno dato vita ogni giorno sempre di più ad alimentare la storia di un’epoca ancora da scoprire.
La ricerca continua su Leonardo! Lui che è stato infinito pozzo di idee nella sua epoca ancora oggi ci sorprende ed è Luce per la mente degli studiosi.

Biblioteche lettura del testo:

Ernesto Paleani:



© 2010, Ernesto Paleani Editore; webmaster Ernesto Paleani

Realizzazione: Ernesto Paleani Editore