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Ernesto Paleani scrittore

La Flaminia romana nel tratto tra il passo del Furlo e Scheggia.
Itinerario storico, geologico e archeologico

2007 Cdrom a cura di Ernesto Paleani della “Enciclopedia multimediale degli Appennini” Cdrom. 3, La Flaminia romana nel tratto tra il passo del Furlo e Scheggia. Itinerario storico, geologico e archeologico, in collaborazione con Roberto Franchi, Simone Magi, Elvio Moretti (Università degli studi di Urbino – Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali).

 

 

Questo lavoro di Simone Magi s’inserisce in una collaborazione scientifica esistente tra la sovrintendenza archeologica delle Marche e l’Università di Urbino. Al progetto per la messa in sicurezza e la conservazione del Ponte Tre Archi in località Pontericcioli hanno inoltre collaborato la Regione Marche, il Comune di Cantiano e l’ordine dei geologi delle Marche. I lavori sono iniziati nel 1999 e, in più fasi di intervento, sono continuati negli anni successivi e sono tutt’ora in corso. Attualmente il ponte è in una situazione di sicurezza e sono stati effettuati i restauri più importanti. La campagna di scavo non è tutt’ora conclusa e quindi proseguirà negli anni successivi. Sulla base dei dati e delle ricerche geologiche, geomorfologiche, analitiche e storico-archeologiche su questo sito, si è pensato di confrontare i dati e i risultati con quelli di altri manufatti (ponti, viadotti, muri di sostruzione) riferibili alla Flaminia romana nel tratto tra il Passo del Furlo e Scheggia. Tale confronto si ritiene utile al fine di definire i tipi litologici e i materiali litoidi generalmente utilizzati nelle costruzioni, le loro caratteristiche geometriche e composizionali-tessiturali per individuare le formazioni di provenienza e quando possibile le località di estrazione. I materiali utilizzati appartengono comunque alla successione Umbro-Marchigiana e sono riferibili principalmente alla formazione della Corniola e in alcuni casi, come al Ponte Tre Archi, ai livelli arenitici della formazione Marnosa Arenacea; sono state utilizzate anche delle brecce cementate composte da elementi eterometrici a spigoli vivi provenienti da varie formazioni della successione Umbro-Marchigiana (Corniola, Maiolica, e il gruppo delle Scaglie) la cui provenienza è ancora in fase di studio; sono poi presenti subordinati blocchi di travertino; in questi siti non viene fatto un uso del materiale cotto.
E’ stata fatta inoltre una ricerca essenzialmente bibliografica condotta
sia come conoscenza di base per l’inizio del lavoro sia come integrazione durante lo svolgimento dello stesso con la quale si sono accumulate tutte le conoscenze sulle modalità di costruzione delle varie strutture; e in particolare è stato indagato il metodo dell’Opus Quadratum che sicuramente è quello più utilizzato almeno nelle opere di età Augustea. Sono state svolte inoltre indagini di tipo archeometrico consistenti essenzialmente in: diffrattometrie ai raggi X, determinazione del contenuto del carbonato di calcio, analisi granulometriche e uno studio petrografico in sezione sottile.
Inoltre questa tesi ha previsto un rilevamento di terreno legato alla presenza delle coperture detritiche recenti. Questo tipo di indagini è importante e necessario perché è stato notato che il percorso in sui si snodava l’antico tracciato della Flaminia romana nel tratto tra Pontericcioli e Scheggia è molto spesso sepolto da un accumulo detritico di spessore metrico. Il risultato finale della tesi, oltre ad ampliare le conoscenze sui vari siti archeologici presenti lungo la Flaminia romana nel tratto tra il Passo del Furlo e Scheggia, è stato anche quello di tentare delle ipotesi su un differente tracciato nel tratto tra Ponte Voragine e Scheggia.

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